
Panta rei, tutto scorre. Così è, secondo Eraclito e Luciano De Crescenzo. Qui il “blob” del suo libro, perché le letture che ispirano non scorrono mai via
Panta rei, tutto scorre. Così è, secondo Eraclito e Luciano De Crescenzo. Qui il “blob” del suo libro, perché le letture che ispirano non scorrono mai via
Il testo che segue è completamente tratto dal libro “Panta Rei, tutto scorre” scritto da Luciano De Crescenzo.
Ieri sera, tra i libri custoditi a casa dei miei genitori, l’ho ritrovato. Un acquisto fatto da ragazza, il cui ricordo è molto sbiadito dal tempo, il tempo che scorre appunto…
Uno sguardo alle prime pagine e mi colpiscono il ritmo ed al tempo la poesia di questa introduzione che l’autore ha definito “blob”: spezzoni di vita, frammenti che sono la vita e che ci fanno sorridere con dolcezza ed amarezza.
A noi la scelta. Buona lettura.
«Guardo una foto di quando avevo sedici anni e ne guardo una d’oggi. Dio, come sono cambiato! Poi mi chiedo: ma quando è successo? Di notte? Mentre dormivo? E come mai al mattino non me ne sono accorto? La verità è che cambiamo al rallentatore, attimo dopo attimo, cellula dopo cellula, come le lancette dell’orologio che si muovono anche se nessuno le vede muoversi.
Panta rei diceva Eraclito, tutto scorre, e con il tutto anche la vita che passa senza che si possa far nulla per trattenerla. Sono voci e immagini che vengono dal passato…
Ninna nanna, ninna nanna. Rosa, la balia di Frosinone. C’era una volta un principe e una principessa. Buon compleanno: tanti auguri a te…tanti auguri a te. De Crescenzo? Presente. Prima guerra d’indipendenza. In che anno nacque Cavour? Non lo so. E’ intelligente ma non si applica. Salgari, Verne, Wodehouse, Flash Gordon, I tre moschettieri. Buona Pasqua. Buon Natale. Il primo amore. Come ti chiami? Giuliana. Ti voglio tanto bene: se mi lasci mi uccido.
Io, Eddy e Mimì, una pizza in tre.
Le compagne di scuola, il Cinema Olimpia… Sembra ieri… I quattrocento metri.
Pronti, via!… Cechov, Gogol, Kafka, Dostoevskij. Primo anno di università… Papà sta male. I funerali di papà. Povero papà! Noi, professore Giuseppe Tesauro, abbiamo conferito a Luciano De Crescenzo la laurea di dottore in ingegneria. Disoccupato. Spett.le Olivetti, il sottoscritto…Ci spiace l’organico è al completo. Marotta, Guareschi, Pavese, Calvino, Buzzati. La “Seicento”.
Come ti chiami? Gilda. Ti voglio tanto bene: se mi lasci mi uccido. Marylin, De Sica, Totò e Peppino.
Spett.le Italsider…ci spiace l’organico è al completo. Borges, Simenon, Russell.
Spett.le IBM Italia…l’esame psicoattitudinale, il corso a Rivoltella del Garda…Il ritorno a Napoli.
Sembra ieri… Vuoi tu sposare la qui presente…e vuoi tu sposare il qui presente… Primo giorno di lavoro… Un nastro rosa… Paola. Ninna nanna, ninna nanna. C’era una volta un principe e una principessa. Berto, Flajano, Graves.
Mamma sta male. I funerali di mamma. Povera mamma!
I colleghi di ufficio. Il decimo compleanno di Paola. Sembra ieri…
Aumentano gli amici: Federico, Nando, Gerardo, Nino. Il mare. capri. La motonautica.
E’ vero che hai dato le dimissioni dall’IBM? E’ vero. E adesso che fai? Lo scrittore.
Quindicimila copie, qui bisogna festeggiare!
Gassman, Sordi, Walter Matthau, Woody allen. Così parlò Bellavista, ciak, azione.
Aumentano gli amici: Paolo, Sergio, Nori, Marisa, Lina. Buona Pasqua. Buon Natale…Ancora un Federico: Fellini! Sembra ieri…
I premi: il David, il Nastro d’argento, il Bancarella…Storia della Filosofia greca, un milione di copie, qui bisogna festeggiare!
Quanto la minima? 110. E’ alta? Direi proprio di sì. E che debbo fare? Prendere una pasticca tutti i giorni. Per quanto tempo? Per tutta la vita.
Conosco Luana. Andiamo insieme al Festival di Venezia. In aereo. Tutti e due con lo sconto: lei con carta verde e io con quella argento. Mi ami? Ti amo. Lasciami pure quando vuoi, tanto non mi uccido…»
E’ vero, il tempo scorre è inevitabile e logico ed anche illogico…il tempo come lo stesso professor Bellavista sostiene nel film sopra citato, è inesistente eppure…
Il motivo per cui ho voluto regalarci – a me ed a voi – le parole di Luciano de Crescenzo in questa introduzione al suo libro credo emerga chiaramente: il tempo, così “inesistente”, ci cambia, inevitabilmente.
Sta a noi far sì che il cambiamento sia un miglioramento; nel seguire i nostri desideri, le nostre passioni – che, guarda caso, possono portarci dove mai avremmo pensato di arrivare – nel migliorare il vivere le nostre emozioni, nel migliorare il vivere.
Che sia un buon tempo…

