Ironia delle donne: pochi la colgono, forse pochi la comprendono. E’ una nostra grande risorsa per vivere la vita
Ironia delle donne
Diciamoci la verità: spesso tra gli esseri viventi (noi comprese) passiamo per permalose, puntigliose e noiose e, c’è da dirlo, a volte, lo siamo.
Ciò che pochi colgono e che, invece, tanto ci caratterizza è la nostra grande, sfrontata ironia.
E’ una dote che a pensarci sorprende anche noi, perché in noi è innata! Formatasi forse nel nostro “io” sin dai remoti (e neanche tanto) tempi in cui la donna “non poteva”.
Questo era il suo destino: non poter scegliere alcunché. Tutto della sua vita era deciso da altri e così, credo, mentre agli occhi altrui figurava come perfetta ed impeccabile nel ruolo che le era stato attribuito – figlia, moglie, madre – in cuor suo e, soprattutto, nella sua testa esercitava la sottile arte dell’ironia. Sì, credo sia andata così!
La dote affinata – se affinata – si sa, diviene potente, irrefrenabile e così il gioco dell’ironia ci accompagna nelle vicende della nostra giornata.
Celata o palese che sia, sa aiutarci a sdrammatizzare, sa regalarci un sorriso, a volte beffardo, guardando il mondo che ci gira intorno e sa farci sorridere guardando noi stesse, per non prenderci mai troppo sul serio, perché, se possiamo, evitiamo la noia.
Tra ironiche ci si riconosce: basta un attimo, un guizzo e subito ritrovi NELL’ALTRA il tuo stesso talento.
E’ così che scatta immediata l’affinità e sin da subito sai che, si tratti di un incontro di lavoro o di piacere, sarà sicuramente un incontro di arricchimento perché, le ironiche, sono briose ed aperte alla condivisione di esperienze, di conoscenza, di vita.
Per molte è come una promessa matrimoniale: sappiamo essere ironiche “nella gioia e nel dolore, in salute ed in malattia”, ne siamo capaci, sorprendentemente.
E così sappiamo essere (o diventiamo?) ironiche mentre il fidanzato pronuncia le tanto fatidiche quanto insulse frasi che vanno dal “ti lascio perché ti amo troppo” all’ancor più filosofico: “ti lascio perché con te sono troppo felice”. Ironiche quando il capo propone la sua “idea nuova ed eccellente” che ben sappiamo essere già collaudata e perdente. Ironiche quando, ragazzine – e anche adulte – dobbiamo rispondere per le rime al bullo di turno per il quale noi non andremo mai bene, siamo troppo diverse da lui, non ci capisce quindi, ci boccia.
Ironiche quando dobbiamo rispondere/non rispondere, reagire/non reagire, quando la vita ci pone domande per cui noi non abbiamo ancora risposte; ironiche per salvarci dalla vita e per affrontare la vita.
Ironiche quando siamo al traguardo dei nostri 40, 50, 60 ed anche 70 anni e sappiamo trovare il mood giusto per viverli, cambiando il classico punto di vista che vedrebbe l’età che avanza come handicap e scoprendone i punti di forza.
Ironiche con grinta, quando affrontiamo momenti della vita in cui si avrebbe solo la voglia di piangere e commiserarsi; quando una malattia ci sta portando lontane dalla vita e, invece di cedere, ci sentiamo delle super donne e col sorriso di chi vuol beffare questa vita, affrontiamo la paura del baratro.
Se dovessi dire qual è la caratteristiche dell’ironica direi che è lucidità di analisi, la capacità di analizzare pregi e criticità di una situazione; la lucida criticità che permette la stessa ironia.
Ci sono poi le “altre”, quelle fuori dal gruppo, quelle che ostentano una rigidità mascellare ed oculare che neanche il botox garantisce.
Sono le non-ironiche, quelle che ti guardano cariche dei rimproveri di tutto il mondo e che il tuo “cuor leggero” lo vivono come un ostacolo, un’anomalia.
Ragazze meditate: imparate a trovare dentro di voi quella nota di colore leggermente irriverente, è un vero dono. Che sia questo il nuovo woman power?