Il potere di un sì
Il potere di un sì
Facciamo subito chiarezza per non incorrere in equivoci: questo articolo non parla di matrimonio; il sì cui mi riferisco è un altro. Diversa la natura, non meno l’importanza.
Gli statunitensi che con le teorie del “power” sono abituati a crescerci, già da diversi anni ne hanno fatto una scuola di pensiero.
Noi italiani, caratterialmente meno sperimentatori, ci stiamo pensando; come dire “si ma….sarà vero”?
Yes power lo definiscono gli americani: il potere del sì, diremmo noi.
Qualche anno fa, precisamente nel 2008, un film comico (Yes Man ndr.) portava sulle scene la storia vera, tratta dal libro autobiografico, di Danny Wallace.
Si racconta di un uomo apatico, deluso e insoddisfatto della propria vita, privo di quella forza di reazione che è tipica di chi, contro le avversità, s’impegna a fondo perché sa, sogna e spera che supererà gli ostacoli.
Danny Wallace, tra le pagine del libro prima e attraverso le avventure del suo alter ego cinematografico poi, racconta di come e quanto, la sua vita sia straordinariamente cambiata, dal momento in cui decide di “dire sempre si”.
E noi?….a cosa dovremmo dire si? Semplice, alla vita!
Il “sì” di cui parlo, il sì che troppo spesso manca nel nostro “modus operandi”, non è il sì ALL’INCOSCIENZA o ALL’IMPREVEDIBILITÀ detto prescindendo dalle valutazioni di merito.
Il sì di cui parlo è quello di cui abbiamo bisogno per modificare ciò che della nostra vita non ci rende felici, è il sì che rappresenta l’apertura alle opportunità che la vita ci offre e a cui per insicurezza, paura ed incertezza ci chiudiamo.
Quotidianamente mi capita d’imbattermi in persone (ed a volte la persona sono proprio io) che non aprendosi al piccolo cambiamento che deriverebbe dal sì, non affrontano il bellissimo cambiamento che la vita potrebbe loro riservare.
I motivi sono tanti e sono così personali che non potremmo mai avere la presunzione, da esterni, di consigliare il cambiamento.
Il “potere del sì”, la forza che da esso deriva è estremamente personale, così come lo sono i tempi ed i modi per metterlo in pratica.
L’unico suggerimento che possiamo dare è quello di saper essere osservatori delle vite di chi ha saputo osare, ha saputo sperimentare, ha saputo operare un cambiamento e di quel “sì” può farsi portavoce, può essere esempio.
Anche io ho vissuto il mio potere del sì e da quando ne ho “sperimentato” l’adrenalina che si prova ed i risultati che si possono ottenere, sono cambiata, ho cambiato il mio modo di agire, spingendomi sempre un po’ oltre rispetto ai miei limiti, quei limiti che io sola mi sono imposta, vuoi per educazione, per mentalità, per abitudine o per paura.
Dal giorno in cui ho sperimentato, con grande convinzione ed altrettanta paura, il mio sì, tante cose nella mia vita sono cambiate, ho fatto si che cambiassero. Non è sempre facile, anzi, vi potrei dire che spesso, allontanarsi dalla nostra cosiddetta “comfort zone” – il luogo fisico e/o psicologico in cui ci sentiamo al sicuro, sebbene molto spesso non ci sentiamo felici – è difficile.
Ciò che ci spinge avanti, ci spinge oltre è la voglia di stare meglio, la curiosità di andare a “scoprire” come potrebbe essere al di là di quel muretto che è lì davanti a noi.
Gli esempi che potrei farvi sono tantissimi: esempi relativi alla mia vita ed alla vita di tanti che, come me e più di me, hanno detto il loro “sì, yes!”.
Chi mi conosce sa cosa, come e quanto sia cambiata, quanto io sia più felice; provateci, se non altro – credetemi – sarete persone che non si annoiano mai né da soli, né insieme agli altri.
Se un uomo come Albert Einstein affermava che “follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi” allora noi, che vogliamo ritenerci saggi, possiamo cercare, almeno ogni tanto, di cambiare.